Raggiunto l’accordo sul nucleare: si prospettano (in futuro) novità per gli esportatori

23/07/2015 di Easyfrontier

Ancora in vigore le misure restrittive nei confronti dell’Iran: la recentissima conclusione dell’accordo sul nucleare comporterà, posto il rispetto di una serie di condizioni, la revoca delle sanzioni e delle misure adottate, ma, nell’immediato, le restrizioni poste dal Reg. (UE) n. 267/2012, tra cui l’embargo su determinati prodotti e il monitoraggio sulle transazioni finanziarie, permangono.

“Today is an historic day”. Con queste parole esordisce il comunicato congiunto dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, e del Ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, con il quale è stato annunciato il raggiungimento di un accordo sulla questione nucleare iraniana, una svolta, risultato di uno sforzo collettivo, che risolve una controversa situazione di stallo durata più di dieci anni.

Il 14 luglio 2015 Francia, Germania, Regno Unito, Cina, Federazione russa e Stati Uniti (EU3+3), con il sostegno dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, hanno raggiunto un accordo per una soluzione globale a lungo termine della questione nucleare iraniana, cosiddetto Joint Comprehensive Plan of Action – JCPOA.

L’efficace attuazione del piano d’azione congiunto globale garantirà la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano e produrrà la revoca complessiva di tutte le sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonché delle sanzioni multilaterali e nazionali relative al programma nucleare iraniano, comprese le misure in materia di accesso nei settori del commercio, della tecnologia, della finanza e dell’energia.

Il testo del piano congiunto e dei relativi allegati tecnici – che contengono i dettagli dell’implementazione delle disposizioni previste dal piano – è stato reso pubblico il giorno stesso dell’annuncio dell’accordo. Gli EU3+3 hanno subito presentato un progetto di risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che, il 20 luglio, ha approvato il testo del JCPOA all’unanimità con la Risoluzione 2231 (2015).

In sintesi, l’Allegato II del piano contiene l’elenco completo di tutte le sanzioni connesse al nucleare e delle varie misure restrittive, attuate da parte delle Nazioni Unite, degli Usa e dell’Unione europea, che saranno gradualmente revocate secondo le modalità e le tempistiche previste nell’Allegato V.

Il JCPOA, infatti, prevede un Implementation Plan che specifica nel dettaglio la sequenza temporale con cui i partecipanti attueranno gli impegni presi, pur senza fissare date precise, secondo un complesso meccanismo che dipende, innanzitutto, dalla risoluzione di approvazione dell’accordo stesso. In sostanza, l’avvio della revoca delle sanzioni e delle misure restrittive è legato alla verifica, da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), del fatto che l’Iran abbia rispettato gli impegni presi nell’accordo – tra cui la riduzione delle riserve di uranio arricchito e un cospicuo taglio al numero delle centrifughe –, e non è, dunque, immediato.

Nello specifico, i milestones previsti per l’attuazione del piano sono costituiti da:

-          Finalisation Day – ossia la data in cui si sono concluse le trattative del JCPOA (lo scorso 14 luglio), a cui deve seguire tempestivamente la presentazione della risoluzione che avvalla il piano al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per la sua adozione senza ritardi;

-          Adoption Day – 90 giorni dopo l’approvazione del JCPOA da parte del Consiglio di Sicurezza avvenuta il 20 luglio (salvo che le parti convengano una data precedente), momento in cui il JCPOA e gli impegni presi in tale piano entreranno in vigore. A partire da tale data, i partecipanti al piano dovranno intraprendere le necessarie misure per dare attuazione ai loro impegni;

-          Implementation Day – data non ancora determinata, in cui, previa verifica da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) dell’implementazione da parte dell’Iran delle misure legate al nucleare specificate nell’allegato I, l’UE, gli USA e il Consiglio di Sicurezza agiranno secondo quanto rispettivamente stabilito nel piano; in particolare, l’UE terminerà le disposizioni di cui al Reg. (UE) n. 267/2012 e sospenderà le corrispondenti disposizioni della Decisione 2010/413/PESC inerenti le misure finanziarie (il ben noto monitoraggio delle transazioni finanziarie), bancarie e assicurative, i settori dell’oil&gas e petrolchimico, del traporto e dell’oro e metalli preziosi, secondo quanto stabilito nella sezione 16 dell’Allegato V;

-          Transition Day – 8 anni dopo l’Adoption Day (o, se antecedente, la data in cui l’AIEA avrà raggiunto la c.d. “Broader Conclusion” in merito al fatto che tutto il materiale nucleare in Iran rimane impiegato in attività pacifiche). In tale data, l’UE e gli USA porranno termine alle rimanenti sanzioni e l’Iran ratificherà il Protocollo aggiuntivo sulle ispezioni rafforzate; in particolare, l’UE terminerà le sanzioni in materia di servizi di messaggistica finanziaria, relative al settore dei trasporti e le misure relative alla proliferazione nucleare, secondo quanto stabilito nella sezione 20 dell’Allegato V;

-          Termination Day – trascorsi 10 anni dall’Adoption Day, a condizione che le disposizioni di precedenti risoluzioni ONU non siano state ripristinate, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite delibererà la cessazione del JCPOA. In quella data l’UE porrà termine a tutte le rimanenti disposizioni del reg. (UE) n. 267/2012 e della Decisione 2010/413/PESC, conformemente a quanto previsto dalla sezione 25 dell’Allegato V.

Posto che, a seguito dell’accordo raggiunto il 14 luglio a Vienna, il Consiglio dell’UE, con la Decisione (PESC) 2015/1148 di modifica della decisione 2010/413/PESC, ha prorogato fino al 14 gennaio 2016 l’allentamento delle misure restrittive dell’Unione specificate nel piano di azione congiunto dello scorso novembre 2013, è ragionevole attendersi che tale data possa rappresentare un punto di avvio per il percorso di revoca delle misure di cui al Reg. (UE) 267/2012 e alle misure restrittive adottate dall’UE; dunque, è probabile che l’“Implementation Day” possa cadere in una data molto vicina al 16 gennaio. La proroga di sei mesi prevista dalla Decisione 1148, infatti, dovrebbe consentire i necessari provvedimenti e preparativi per l’attuazione del piano d’azione congiunto globale.

Il JCPOA prevede, inoltre, la creazione di una Commissione(Joint Commission), composta da EU3+3 e Iran, con lo scopo di esercitare le funzioni previste dal piano e affrontare le questioni derivanti dalla sua attuazione. Tale Commissione mista può anche, ove lo ritenga appropriato, istituire dei Working Groups in aree particolari e lo stesso piano già stabilisce un Procurement Working Group (PWG), con lo scopo di rendere operativo un canale di approvvigionamento (Procurement Channel). L’Iran si è impegnato a garantire che tutti gli appalti di beni rilevanti per il nucleare – sia per l’uso nucleare sia per uso finale civile – siano acquisiti tramite tale meccanismo.

Nello specifico, il PWG esaminerà e deciderà sulle proposte – corredate dalle informazioni necessarie di cui al punto 6.4.2 dell’Allegato IV – di esportazione da parte degli Stati interessati a impegnarsi nella fornitura, vendita o trasferimento diretto o indiretto dai loro territori e per l’uso in o a beneficio dell’Iran di tutti i prodotti, materiali, attrezzature, beni e tecnologie nucleari (cfr. INFCIRC/254/Rev.12/Part 1 – c.d. Nuclear Suppliers Group (NSG) Trigger List items) e, se l’uso finale sarà per il programma nucleare iraniano stabilito nel JCPOA o altri usi finali civili e non nucleari, di tutti i prodotti, materiali, attrezzature, beni e tecnologie relative al nucleare dual-use (cfr. INFCIRC0/254/Rev.9/Part 2 – c.d. Nuclear Suppliers Group (NSG) dual-use items) o di altri prodotti non listati ma con utilità nucleare (catchall), nonché sulla fornitura all’Iran di assistenza o formazione tecnica, assistenza finanziaria, intermediazione o altri servizi relativi alla fornitura, vendita, trasferimento, fabbricazione o utilizzo dei suddetti materiali, attrezzature, beni e tecnologie.

Pertanto, il JPCOA richiede che le proposte di esportazioni siano sottoposte al Procurement Channel anche con riferimento ai beni NSG dual-use o a beni non listati, i quali naturalmente possono essere utilizzati anche per altre applicazioni industriali e commerciali, compreso il settore petrolchimico o aerospaziale. Dunque, il Procurement Channel e il procedimento autorizzativo del PWG saranno rilevanti per tutte quelle aziende che cercheranno di riallacciare rapporti con l’Iran sulla scia dell’accordo sul nucleare.

Infine, l’accordo prevede anche un meccanismo di risoluzione delle controversie nel caso in cui uno qualsiasi degli EU3+3 ritenga che l’Iran – o viceversa – non stia adempiendo agli impegni presi nel piano; tale meccanismo potrebbe portare la controversia a concludersi innanzi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il voto su una risoluzione per continuare la revoca delle sanzioni (è stata da più parti definita una clausola “snap back”, che prevede il ripristino delle precedenti risoluzioni e sanzioni nel caso in cui l’Iran violi l’intesa). Se gli impegni presi verranno rispettati, le misure restrittive cesseranno definitivamente dopo 10 anni dall’adozione della Risoluzione 2231 (2015).

Nell’immediato futuro, dunque, in attesa degli sviluppi graduali previsti dal piano che, si ribadisce, è stato approvato ma entrerà in vigore trascorsi 90 giorni dalla Risoluzione delle Nazioni Unite, le restrizioni poste dal Reg. (UE) n. 267/2012, tra cui l’embargo sui prodotti e il monitoraggio sulle transazioni finanziarie, rimangono in vigore.

Easyfrontier è a disposizione delle aziende per ulteriori approfondimenti ed aggiornamenti in merito all’evoluzione della questione iraniana.




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