UE- Giappone: un accordo di partenariato economico di grande impatto per gli operatori italiani. Stato dell’arte

27/03/2018 di EasyFrontier

L’8 dicembre 2017, il Commissario per il Commercio Cecilia Malmström e il Ministro degli Esteri giapponese Taro Kono hanno annunciato che le ultime negoziazioni sull’Economic Partnership Agreement (EPA – Accordo di Partenariato Economico) tra Unione europea e Giappone si sono concluse positivamente e che è stata completata la stesura del testo giuridico dell’accordo.

Il testo dell’accordo  – che durante il processo di legal scrubbing (revisione legale) potrebbe ancora subire modifiche – è pubblicato sul sito della Commissione europea.

L’EPA eliminerà la maggior parte dei dazi all’importazione per i prodotti di origine preferenziale di entrambe le parti. Tale eliminazione avverrà, in taluni casi, immediatamente a partire dalla data di entrata in vigore dell’accordo e, in altri casi, attraverso una riduzione progressiva dei dazi durante periodi di tempo che vanno dai 4 ai 20 anni.

I prodotti soggetti alla riduzione progressiva dei dazi sono elencati in due tabelle, una relativa all’Unione europea e l’altra al Giappone; le linee tariffarie non incluse nelle tabelle, invece, sono quelle che godranno di abbattimento daziario immediato a partire dalla data di entrata in vigore dell’accordo. Tra queste, di particolare interesse per gli operatori unionali che esportano verso il Giappone sono i prodotti del settore tessile e dell’abbigliamento (Capitoli da 50 a 63, con eccezione di alcuni prodotti delle voci 5001 e 5002), i prodotti del settore della meccanica (di cui ai Capitoli 84 e 85) e l’automotive (Capitolo 87). È opportuno evidenziare, a tal proposito, che il settore automobilistico in Unione europea verrà liberalizzato gradualmente e i dazi sugli autoveicoli giapponesi importati nell’UE verranno eliminati in periodi che variano dai 7 ai 13 anni; ciò al fine di tutelare specifici interessi dell’Unione europea, in cui il mercato dell’automobile è sicuramente tra i più strategici.

Per quanto riguarda il commercio agroalimentare, l’accordo tra UE e Giappone sarà il più significativo mai concluso dall’Unione europea. In particolare, l’accordo porterà a:

-  Abbattimento dei dazi in Giappone su numerosi formaggi (oggi mediamente pari al 29,8%) e sul vino (15%);

-  Incremento sostanziale delle esportazioni UE di carne bovina, abbattimento daziario per la carne di maiale lavorata e riduzione significativa dei dazi all’importazione in Giappone per la carne di maiale fresca di origine preferenziale UE;

-  Protezione su oltre duecento indicazioni geografiche europee.

Inoltre, l’accordo introdurrebbe alcuni contingenti tariffari (al momento ne sono previsti 25) su diverse tipologie di prodotti agroalimentari – tra cui grano e prodotti derivati, caffè, tè, orzo e alcuni prodotti caseari – di origine preferenziale UE importati in Giappone.

Di particolare rilievo per gli operatori italiani è l’interesse che il Giappone ha per i prodotti di “italian design”, nello specifico nel settore dell’arredo e dei casalinghi. In particolare, per questi ultimi, che si possono fare afferire lato sensu al settore della meccanica, è di particolare importanza l’abbattimento dei dazi all’importazione in Giappone di posateria (capitolo 85), piatti da tavola (capitoli 69 e 70), tegami (capitolo 76)…

Inoltre, l’accordo porterà ad un’apertura del settore dei servizi, con particolare attenzione ai servizi finanziari, all’e-commerce, alle telecomunicazioni e ai trasporti.

Le imprese europee potranno accedere al mercato degli appalti in quarantotto grandi città giapponesi, compresi gli appalti nel settore ferroviario.

Il testo dell’Accordo di partenariato economico tra Unione europea e Giappone comprende anche un capitolo interamente dedicato al commercio e allo sviluppo sostenibile, in cui si tiene conto dei cambiamenti climatici e fissa elevati standard in materia di lavoro, sicurezza, ambiente e tutela dei consumatori.

Ora che la stesura dell’accordo è stata conclusa, l’Unione europea e il Giappone devono procedere alla verifica legale (c.d. “legal scrubbing”) del testo redatto. Una volta terminata questa fase, la Commissione Europea potrà tradurre il testo dell’accordo nelle altre ventitré lingue ufficiali dell’Unione europea e sottoporlo, per l’approvazione, al Parlamento Europeo e ai diversi Stati membri. L’obiettivo è far sì che l’accordo entri in vigore entro la fine dell’attuale mandato della Commissione europea, nel 2019.



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